E ora il Reporting di Sostenibilità!
La Direttiva 2014/95/UE ha riguardato la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario e sulla diversità da parte di imprese quotate e gruppi di grandi dimensioni.
Il 21 aprile 2021 la Commissione europea ha proposto una nuova Direttiva, la Corporate Sustainability Reporting Directive -CSRD, e ha incaricato un suo organismo, EFRAG, di proporre uno standard unico europeo per l’elaborazione e la redazione di un documento che illustrasse l’interezza del valore dell’impresa, aldilà di quello economico-finanziario, il “Sustainability Reporting” e rappresentasse il grado di sostenibilità della stessa sotto i profili ESG: ambientali, sociali e di governance.
Essa rappresenta un’importante evoluzione in chiave di sostenibilità della rendicontazione, multicapitale e multistakeholder, del valore generato dall’impresa già avviata con la Dichiarazione Non Finanziaria.
Il primo set degli ESRS-European Sustainability Reporting Standards messi a punto da EFRAG, il nuovo standard di rendicontazione europeo della sostenibilità aziendale è stato definitivamente approvato dalla Commissione dell’UE a fine luglio 2023 nella versione attenuata e sarà obbligatorio per le imprese quotate, precedentemente tenute alla elaborazione della DNF operanti nell’intero territorio dell’UE dal 1° gennaio 2024.
Dal gennaio 2025 diverrà obbligatorio per tutte le imprese con un numero di dipendenti superiore ai 250 e almeno una delle due già vigenti condizioni: un totale dell’attivo dello stato patrimoniale di € 20 ml o ricavi netti per € 40 ml.
In un prossimo futuro ne verrà rilasciata a versione “light” adottabile dalle PMI, su base volontaria anche da chi non rientra fra le condizioni suaccennate.
Da non trascurarsi sarà l’obbligo delle imprese tenute al Report di Sostenibilità di render conto del grado di sostenibilità della propria catena del valore.
La cosa prende in causa molte migliaia di imprese che, ancorché direttamente non siano prese in causa della normativa europea, lo diventano indirettamente: le imprese soggette all’obbligo, infatti, sono tenute a dar conto nel loro Report di Sostenibilità del profilo di sostenibilità della loro catena del valore a partire dai loro fornitori, pena l’esclusione di questi ultimi dalla catena di fornitura delle imprese obbligate a Report.
IL REPORT DI SOSTENIBILITÀ
Obiettivo della proposta di direttiva CSRD è l’estensione della quantità, della qualità e della possibilità di comparazione delle informazioni relative agli aspetti finanziari, sociali, ambientali e della governance (di sostenibilità, quindi) rilasciate dalle imprese. La finalizzazione primaria è una più chiara, completa e trasparente informazione utilizzabile sia dagli investitori nella definizione delle loro strategie d’investimento, sia a orientamento delle scelte della clientela.
In questo, i contenuti della rendicontazione emergente dallo Standard unico europeo della CSRD dovranno essere coerenti con il Regolamento UE 2019/2088 sulla trasparenza delle informazioni di sostenibilità nei servizi finanziari (SFDR) e il Regolamento UE 2020/852 sulla tassonomia.
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